rassegna stampa
scaduti
Linsostenibile leggerezza della vecchiaia.
"SCADUTI", ultimo lavoro teatrale degli Operai del Cuore, è uno spettacolo
interessante, divertente e ironico che racconta senza eufemismi "i vecchi".
Lo spettacolo è ben disegnato; geometrie di movimento rendono bene concetti complessi
quali il passare del tempo, il declino, i più tristi momenti finali. Il cliché della
persona anziana viene utilizzato come divertente tormentone. Si ride perché dei vecchi
si può ridere, perché sono teneri, fuori moda, non al passo con i tempi,
ma soprattutto per esorcizzare la nostra futura vecchiaia. Interessanti le idee sceniche,
gli oggetti usati con fantasia e i momenti classici giocati con leggerezza e gradevole clownerie.
Gli Operai del Cuore non si sono infine dimenticati argomenti "sociali" quali le malattie
invalidanti e i problemi economici che fanno da testo e pretesto per incrociare i destini dei nove
personaggi che si muovono in scena. LItalia è al primo posto nel mondo per vecchiaia dei
suoi cittadini e questa pièce è uno stimolo a far diventare questa parte una vera risorsa.
Bravi gli attori (giovani) diretti in questo meccanismo ben oliato dal regista Paolo Dal Canto.
M. C. - Bergamonews
la fabbrica dei cartoni
Convince LA FABBRICA DEI CARTONI fra denuncia e ironia. "Il tema è
quello dei diritti violati dell'infanzia. La forma rispecchia invece un
cabaret ironico e veloce. L'effetto è piacevole... lo spettacolo non ci
risparmia niente e spazia dalle vittime della guerra allo sfruttamento del
lavoro minorile, passando per le piccole e grandi violenze domestiche... Lo
spettacolo ha un valore civile e un indubbio significato di denuncia."
Pier Giorgio Nosari - L'Eco di Bergamo
vita senza riserve
"...a Roma è stato messo in scena dagli Operai del Cuore lo spettacolo
VITA SENZA RISERVE... frutto di un sapiente montaggio con
frammenti narrativi che si intersecano in una sorta di puzzle, ben giocato
su ritmi e modalità da teatro sintetico, amalgamati grazie soprattutto
all'omogeneità formale e allo stile tragicomico. Nella composizione si
utilizzano con maestria i corpi degli attori e gli oggetti, trasformati con
una fantasia eccezionale... Le parole del testo vengono usate più che per i loro
contenuti narrativi a mo´ di sonorizzazioni sinteticamente evocanti situazioni
tipiche... Quanto allo stile il regista utilizza il grottesco per gettare
un finto umorismo su vicende invece pervase di sottile malinconia se non di
alta tragicità. Si percepiscono così sequenze narrative in avalanche, con
sagaci punte di ironia alternate a gesti di elevata intensità emotiva,
soprattutto nei momenti esprimenti i massacri, i furti di terra, gli stupri
e le carcerazioni ingiuste subite ad opera dei bianchi. Il climax,
decisamente tragico, è la Danza degli spiriti, un'autentica perla nella
messinscena esprimente l'unica rivolta possibile da parte degli indiani
contro il bianco invasore, rappresentata da una paradossale danza ai limiti
dell'apocalittico portato sulla terra di sopra da defunti e bufali dell'aldilà."
Gennaro Francione - Antiarte
Si rinnova l'impegno sociale e di ricerca teatrale della compagnia
Operai del Cuore. "Dopo il successo di Boia chi molla con il
quale, a partire dall'autunno del 1998, hanno affrontato il delicato tema
della pena di morte, gli Operai del Cuore portano in scena con VITA
SENZA RISERVE la dura realtà del popolo indiano, confinato a vivere
nelle riserve americane. L'opera è dedicata a James Weddell, guerriero
Dakota attualmente in carcere per un omicidio mai commesso, e di fatto
colpevole per essersi opposto alla vendita delle Colline Nere al governo
americano. Com'è nella tradizione della compagnia, anche questa
performance è caratterizzata da uno stile tragicomico grottesco molto
particolare. Uno spettacolo che ancora una volta non manca di far
sorridere e, malinconicamente, far riflettere..."
Claudio Bonaschi - Il Nuovo Giornale di Bergamo
"Dopo Boia chi molla, che affrontava il tema della pena di morte pur
scegliendo un linguaggio leggero che prendeva in giro le ipocrisie
piccole e grandi della società, con VITA SENZA RISERVE si osserva un
ulteriore salto di qualità. Il giovane gruppo bergamasco mantiene la
preferenza per uno stile rapido, con un montaggio a frammenti che si
intersecano: una specie di puzzle che si compone di tante scene e di
tante azioni che si riuniscono attorno ad un tema. Il tema è la vita
dei Nativi americani, i pellerossa. Il risultato èè una combinazione di
"leggerezza" stilistica e "pesantezza" di contenuti:
l'alcolismo dilagante nelle riserve, i cui abitanti sono al di sotto
della soglia di povertà e vivono in comunità che sono state private
delle loro radici; la giustizia negata o, meglio, piegata spudoratamente
a vantaggio dei bianchi... Il tutto mescolato a frammenti di storie e a
citazioni di cronaca... Una cavalcata dentro la nostra (cattiva)
coscienza collettiva..."
Pier Giorgio Nosari - L'Eco di Bergamo
boia chi molla
"Ennesima performance di successo, stavolta a Roma allArgillateatro
dell'Associazione Teatrale Operai del Cuore con lo spettacolo BOIA CHI
MOLLA dedicato al tema della pena di morte. Lo spettacolo, creato anche su
testi scritti da condannati a morte, affronta il tema della pena capitale
con uno stile tragicomico, tecnica che da un lato permette di alleviare
la crudezza dellargomento, dallaltra, in paradoxo, rende i toni
ancora più drammatici, contribuendo comunque alla fine a creare un afflato
di umana pietas."
Gennaro Francione - Antiarte
AllAriberto si pensa alla pena di morte. "
si può anche
sorridere delle tragedie senza per questo mancarne di rispetto, anzi
sottolineandone così lassurdità. Lo spettacolo affronta infatti il
delicato tema della pena di morte, ma lo fa in modo tragicomico, alternando
il lato surreale a quello drammatico."
Paolo Avanti - Il Giornale
Il boia non molla mai. "Non succedeva da un po di tempo che
il teatro fosse impegnato, o che semplicemente cercasse di
intervenire in certi dibattiti in corso. E beh, era ora!"
Guido Tedoldi - Il Nuovo Giornale di Bergamo
"Tema alto e forte con il gruppo Operai del Cuore
che hanno affrontato in BOIA CHI MOLLA il drammatico problema della pena
di morte. Attraverso una messa in scena sobria, appena venata di attualità,
i ragazzi della giovane compagnia bergamasca hanno allestito uno spettacolo
attento e aperto alla speranza. BOIA CHI MOLLA ha rivelato la sua
bellezza soprattutto nei momenti dellabbandono, dove la nostalgia e
i ricordi restano come sospesi: sospesi nella magia del teatro
"
Andrea Frambrosi - L'Eco di Bergamo
Con lo stile del cabaret grottesco una riflessione sulla pena di morte.
"Gli Operai del Cuore hanno il coraggio di prendere di petto un
tema politico arduo e di esprimere, attraverso di esso, un pensiero sul
mondo. Quello che più conta, lo hanno fatto in termini teatrali. La via
intrapresa è quella giusta."
Pier Giorgio Nosari - L'Eco di Bergamo
"Parte del fascino dello spettacolo (e della sua importanza) è data dal tema:
un tema forte come quello della pena di morte. Che però il gruppo bergamasco
non ha paura di mettere in scena scegliendo la strada spiazzante dell'ironia ...
un tema forte attraverso il suo contrario... lo spettacolo arriva al cuore del
problema che vuole denunciare e vi arriva proprio portando lo spettatore ad
interrogarsi sul proprio punto di vista in materia di pena di morte in un crescendo
che, dal grottesco di cui dicevamo, approda ad un lirismo toccante e finalmente
alto laddove il tempo si fa sospeso e il dolore trascolora nel ricordo
e da questo si alimenta per denunciare le barbarie della pena di morte."
Andrea Frambosi - L'Eco di Bergamo
"Un eterno inseguirsi tra la comicità della realtà e la serietà
della finzione, un amalgama dove, attraverso un esercizio spudorato della
dissacrazione, vengono svelate le dinamiche aberranti e contraddittorie
della pena di morte. Uno spettacolo genuino ed avvincente, ricco di
raffinata ironia in cui il grottesco si traduce in denuncia di stampo
giornalistico."
Max Delaclos - a-sinistra
domani mi sposo
"...un giovane deve sposarsi, ma la sposa non arriva. Lui aspetta piantato
verosimilmente in mezzo al sagrato, giorno e notte. Accanto a lui passa di tutto:
anziane beghine, omicidi, processioni devozionali, manifestazioni di piazza,
sballati, agenti di polizia, false maghe e ladre vere, che lo derubano. È una
catena di gag tenute insieme dall'unità di luogo e dalla presenza del promesso
sposo, vittima e testimone impotente di un carosello di varia umanità"
Pier Giorgio Nosari - L'Eco di Bergamo